Successivamente alla diagnosi di DIABETE di Tipo 1, sia la famiglia e in egual misura il bambino coinvolto in prima persona viene assalita da un senso di inadeguatezza e di frustrazione sulla capacità di intraprendere la quotidianità di sempre.
Il colloquio con il diabetologo servirà a far luce su vari punti che sembrano così difficili da captare ma che poi invece seppur con difficoltà impariamo ad accettare e di far diventare il nostro punto di forza nel momento in cui ci si rende conto trattasi di “piccole accortezze”.
Il cambiamento purtroppo è avvenuto ed è piuttosto traumatico, istintivamente ti provoca paura e sembra che davvero tutto non possa essere come prima…..poi invece come è gia detto sopra si tratta invece di modificare l’approccio con la quotidianità di sempre.
Il bambino dopo una piccola fase di assestamento deve riprendere la vita di sempre e quindi deve fare ritorno a scuola……
La scuola svolge un ruolo fondamentale a sostegno di bambini con problematiche e in questo caso nei confronti di un bambino diabetico….. come è stato sottolineato nel Piano nazionale per il diabete che prevede per quanto riguarda il personale scolastico un’adeguata formazione inerente alla convivenza con un bimbo con diabete in classe.
Il genitore, contemporaneamente al ritorno a scuola del bimbo, consegnerà al personale scolastico la documentazione rilasciata dal diabetologo che contiene tutte le notizie inerenti alla patologia. Da tale documentazione evincerà il fatto che tutto è quasi come prima servirà solo un riguardo in più per l’alunno che ha come unico svantaggio di aver perso la funzionalità del suo pancreas che però non ne ha compromessa nessun altra. Il personale scolastico immediatamente deve formarsi per conoscere in maniera più approfondita su che cosa sia il diabete e conoscerne le varie sfaccettature quindi dalla formazione alla condivisione delle informazioni. Come favorire un’adeguata protezione dei bambini diabetici in classe, evitando forme di discriminazione. Il diabete di tipo 1 è la patologia cronica che ricorre con maggiore frequenza nell’età infantile. il diabete possa essere ampiamente rappresentato nella popolazione scolastica e come di ciò si debba tener conto per garantire ai bambini e agli adolescenti che ne sono portatori il supporto necessario per conciliare una condotta terapeutica corretta con gli obblighi scolastici senza che intervenga alcuna forma di discriminazione. Il Piano nazionale, dunque, sintetizza le raccomandazioni del 25 novembre 2005 dei ministeri della Salute e della Istruzione contenute nelle “Linee Guida per la definizione degli interventi finalizzati all’assistenza di studenti che necessitano di somministrazione di farmaci in orario scolastico” che rimangono ancora oggi il documento fondamentale delle disposizioni attuali su diabete e scuola. Entrambi i documenti fanno riferimento alla pionieristica Legge del 16 marzo 1987, n. 115, “Disposizioni per la prevenzione e cura del Diabete mellito” e alla Legge del 27 maggio 1991, n. 176, che recepisce per il nostro ordinamento i contenuti della “Convenzione sui diritti del fanciullo” approvata dalla assemblea delle Nazioni Unite a New York, il 20 novembre 1989.
E’ importante quindi come previsto dal Piano nazionale non non discriminare i bambini e gli adolescenti con diabete, evitando atteggiamenti negativi”che possano far insorgere nel giovane motivo di disagio poiché fatto sentire “diverso”. La scuola deve svolgere il suo ruolo, sia sotto il profilo della crescita psicologica sia dal punto di vista della assistenza e vigilanza affinchè riesca nel migliore dei modi a espletare il suo ruolo deve farsì che:
 gli insegnanti, previo consenso dei genitori, devono essere informati se un alunno è affetto da diabete, soprattutto quando frequenta il nido d’infanzia,la scuola materna, la scuola primaria e la secondaria di primo grado”;
 “il team specialistico responsabile della cura deve dare la sua disponibilità per incontri di formazione con i dirigenti scolastici e gli insegnanti che seguono l’alunno con diabete”
 “dovranno essere predisposti e condivisi con gli operatori scolastici specifici protocolli di intervento” ai quali fare riferimento in ogni circostanza per garantire la migliore assistenza all’alunno diabetico
 un bambino diabetico deve affrontare mentre frequenta la scuola sono numerosi. In particolare, la scuola deve condividere con il bambino diabetico l’impegno alla conduzione della terapia insulinica, alla assunzione di una dieta corretta, al controllo della attività fisica e al monitoraggio della glicemia, oltre a esercitare una sorveglianza su eventuali anomalie del comportamento ascrivibili a oscillazioni della glicemia.

CIBO, MOTO E INSULINA

Per quanto riguarda l’alimentazione, è importante ricordare che il fabbisogno nutrizionale dei bambini diabetici non differisce da quello dei bambini non diabetici. Per gli uni come per gli altri ciò che conta è l’impiego di cibi sani con l’unica differenza -certamente non trascurabile- che, in presenza di diabete, è necessario armonizzare la quantità del cibo -e particolarmente dei carboidrati- con la dose di insulina e con il volume della attività fisica. Si deve tener conto di eventuali merende a metà mattina o pomeriggio ed è opportuno mantenere lo stesso orario nella assunzione dei pasti. È opportuno che l’orario dei pasti venga mantenuto relativamente costante. L’omissione o il ritardo nella assunzione di un pasto o di una merenda può determinare una crisi ipoglicemica.
In occasione di particolari eventi, nulla osta a che anche i bambini diabetici possano accedere al consumo di dolci, purché si tenga conto della necessità di equilibrare l’introduzione di una quantità supplementare di zuccheri con una adeguata dose di insulina.
L’insulina può essere somministrata tramite iniezioni multiple o con una infusione continua di insulina. Nel primo caso, si ricorre abitualmente all’iniezione di un analogo rapido dell’insulina, da somministrare, per il suo rapido assorbimento, subito prima di ogni pasto, mentre soltanto alla sera o, più raramente, in altro momento della giornata si inietta una sola dose di insulina ad azione ritardata per ricostituire l’insulinemia basale. Per le iniezioni, le penne, con aghi di 5 mm di lunghezza, rinnovabili a ogni iniezione, hanno sostituito, per la loro maggiore praticità d’uso, le siringhe tradizionali.
Anche i bambini diabetici, come i non diabetici, possono avere un rapporto variabile con il cibo rifiutando talvolta quello che viene loro proposto. È utile perciò avere alternative da offrire e, comunque, se vi sono concrete incertezze sulla quantità di alimenti che il bambino
ingerirà, sarà opportuno praticare l’iniezione di insulina rapida non prima del pasto, come di norma, ma subito dopo il suo termine.
Per l’infusione continua di insulina sono disponibili microinfusori che i bambini, o più spesso gli adolescenti, possono portare appesi alla cintura. Il microinfusore è collegato con un fine catetere che termina con una cannula infissa nel sottocutaneo dell’addome. Il punto di infissione della cannula deve essere cambiato ogni due-tre giorni e deve essere controllato per evidenziare eventuali reazioni infiammatorie locali. I microinfusori utilizzano solamente insulina ad azione rapida che viene infusa automaticamente a una velocità programmata e variabile nei diversi periodi della giornata ed erogata sotto forma di boli dal soggetto nella imminenza dei pasti con la semplice pressione di un pulsante.
In generale, bambini e adolescenti acquisiscono rapidamente la capacità di eseguire da soli le iniezioni o di gestire un microinfusore. È implicito tuttavia che l’autonomia gestionale cresca con l’età e che specialmente per i bambini più piccoli sia necessaria una assistenza da parte di una infermiera o di personale addestrato allo scopo.

MONITORAGGIO REGOLARE

Un aspetto fondamentale della cura del diabete è il monitoraggio della glicemia da praticare prima di ogni pasto, due ore dopo i pasti, prima o dopo un esercizio fisico e quando vi sia il dubbio di ipoglicemia o di iperglicemia. L’esecuzione del test richiede un minimo di addestramento che i più piccoli possono ancora non avere, necessitando quindi di una assistenza da parte del personale scolastico. Con il monitoraggio della glicemia si intendono modulare l’alimentazione e la terapia insulinica, così da mantenere la glicemia in un ambito accettabile fra 80-120 prima dei pasti e 160-180 mg/dl.
La misura della glicemia deve essere eseguita ogni volta che serve, quindi anche in classe, in palestra o nei luoghi di riunione. È pertanto utile che non solo gli insegnanti e il personale scolastico siano a conoscenza del diabete dello scolaro e delle sue necessità, ma anche i compagni di classe.
In sintesi, bambini e adolescenti con diabete hanno bisogno di una adeguata protezione per tutto il tempo che trascorrono in ambiente scolastico, senza che ciò rappresenti un elemento di discriminazione nei confronti dei loro compagni. Malgrado l’ampia legislazione in merito, il Piano nazionale per il diabete riconosce che possono esserci “difficoltà in ambito scolastico” nella gestione dei bambini diabetici e che da ciò possono derivare “sentimenti di diversità e condizioni di esclusione, con limitazione del benessere psicofisico e rischio di associazione con problemi psicosociali e comportamentali”.
FARE SPORT IN SICUREZZA
Non vi sono limiti particolari all’attività fisica e sportiva per i bambini con diabete. Anzi, essi devono accedere a tutte le iniziative che in tal senso vengono prese dalla scuola. L’esercizio
aiuta infatti a mantenere la glicemia sotto controllo, a evitare l’aumento di peso, a mantenere l’efficienza fisica ed è motivo gratificante di socializzazione. Le sole condizioni in cui l’esercizio fisico non è indicato sono quelle in cui il bambino ha sintomi di ipoglicemia o ha valori di glicemia troppo alti che possono predisporre alla comparsa di una chetoacidosi.
L’attività fisica potenzia l’azione dell’insulina e può richiedere pertanto l’introduzione di una merenda aggiuntiva prima, durante o dopo l’esercizio. È perciò necessario eseguire il controllo della glicemia e tenere a disposizione dei carboidrati semplici come zucchero in polvere o in zollette, bevande zuccherate, succhi di frutta, eccetera. Sarebbe anche opportuno che l’attività fisica fosse eseguita nello stesso periodo della giornata per renderne più facile l’armonizzazione con la dieta e con la terapia insulinica prescritta.